13 Esercizi di Scrittura di Annamaria Testa: Minuti scritti
Scrivere non è così diverso dall’andare in bicicletta o dal cucinare. Si migliora provandoci volta dopo volta.
Annamaria Testa – Minuti Scritti
Fino ad ora ho resistito: ho seguito il consiglio di Stephen King e non ho mai seguito un corso di scrittura creativa (e tu dirai pure, si vede da come scrivi..).
Non ce l’ho fatta però con i 13 esercizi di scrittura proposti da Annamaria Testa nel libro Minuti Scritti.
Indice
Cosa è il libro Minuti scritti?
- Minuti Scritti 12 esercizi di pensiero e scrittura è un libro uscito nel 2013 ed è giunto alla sesta ristampa nel 2021.
- Nasce da un corso di tre giorni, intitolato ‘Scrittura indolenzita? Facciamo stretching’ tenuto da Annamaria Testa nel 2012 al Festival di Internazionale (Non diciamolo troppo forte che si tratta di un corso di scrittura creativa)
- È un libro di 200 pagine circa con 13 brevi esercizi di scrittura da farsi in uno specifico tempo (dai cinque minuti alla mezz’ora). Ciascun esercizio è corredato da un commento di Annamaria Testa e da alcune prove, vere, realizzate dai partecipanti al corso tenuto nel 2012.
- Gli esercizi sono 13 perchè 12 esercizi sono stati presi dal corso tenuto da Annamaria Testa e l’ultimo, il tredicesimo, da un suo post sul suo blog.
Gli esercizi di scrittura (creativa) sono utili?
Stephen King: Esercizi di scrittura Creativa??? Ma sei pazzo? Cosa stai facendo? Allora non hai capito quali sono le regole per imparare a scrivere? Basta leggere, leggere, leggere e scrivere, scrivere, scrivere. Non esistono altri metodi!
IO: Steve, non ti arrabbiare. Hai ragione ma non ho resistito quando ho letto che il libro l’ha scritto Annamaria Testa e poi senti cosa scrive all’inizio: “E poi con la scrittura creativa (perfino con la definizione “scrittura creativa”) ho un problema. Eppure da quarant’anni mi mantengo scrivendo le cose più diverse.”
Stephen King: Inzia a piacermi Annamaria Testa! Ma allora perché ha accettato la proposta di tenere questo corso di scrittura creativa? Lo sai che i corsi di scrittura creativa servono solo ai docenti, a dare lavoro a loro!
IO: A parte che il corso si intitolava ‘Scrittura indolenzita? Facciamo stretching’ e non ‘Corso di scrittura creativa: i 10 step per diventare un autore di best-seller”. Suona diverso no? E poi leggi il suo articolo Far ginnastica con le parole e la scrittura di presentazione del libro. Non è forte il titolo “Far ginnastica con le parole”? Nell’articolo scrive esplicitamente “Ma Minuti scritti non è un corso di scrittura creativa”. Come se non bastasse ha accettato con la sola condizione che il workshop non pretendesse di insegnare la scrittura creativa.
Stephen King: Annamaria Testa mi piace. Leggi questo libro e fai i 13 esercizi di scrittura e poi dimmi come è andata. Ma ricordati sempre quali sono le regole per imparare a scrivere: Leggi un sacco e Scrivi un sacco! Due regole semplici ma molto impegnative che funzionano molto più di qualsiasi lista di esercizi di scrittura creativa.
IO: OK Steve! Inizio a fare i 13 esercizi di scrittura di Minuti Scritti.
Prima di partire con gli esercizi, qualche consiglio
Ora che Stephen King mi ha dato il permesso possiamo concentrarci sugli esercizi.
Da bravo secchione ho seguito le istruzioni di Annamaria Testa e ho impiegato un po’ del mio tempo durante l’estate per fare i miei 3 esercizi al giorno:
- ho scelto un posto tranquillo e sono riuscito a non farmi interrompere quasi mai
- ho usato il mio telefono in modalità aereo per misurare il tempo
- ho affrontato subito l’esercizio dopo aver letto il testo
- non ho sbirciato gli svolgimenti riportati nel libro
- mai più di 3 esercizi di scrittura al giorno.
In questo articolo trovi, per ogni esercizio, il mio testo svolto non rivisto e corretto ma venuto di getto (ti prego di non infierire), alcuni insegnamenti o frasi di Annamaria Testa che mi hanno aiutato a riflettere.
Come consiglia l’autrice non sbirciare gli svoglimenti prima di esserti dato da fare.
In bocca al lupo e spero che questo post possa aiutarti a scrivere qualcosa di buono o alla peggio ad esercitarti un po’ con la scrittura.
Esercizio di scrittura 1: Facile come bere un bicchier d’acqua.
Obiettivo: Visualizzare
Tempo: 10 minuti
Esercizio di scrittura 1: Immaginate di dover descrivere come si fa a bere un bicchier d’acqua a qualcuno che non sappia né che cos’è l’acqua né cos’è un biccchiere
Mio svoglimento: “L’acqua è quella sostanza che non ha forma e non ha colore. Noi umani non possiamo vivere senza bere acqua. Per bere acqua serve un oggetto in grado di contenerla e non farla disperdere. Questo oggetto è il bicchiere: un contenitore di vetro che puoi prendere facilmente in mano, riempirlo con acqua e poi avvicinarlo alla tua bocca. Dovrai aprire la tua bocca e, poi, versare lentamente l’acqua contenuta nel bicchiere all’interno della tua bocca. Sentirai l’acqua scorrere nella tua trachea e pian piano scomparire dentro di te. Avvertirai una sensazione molto piacevole.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 1?
- Prima di raccontare qualcosa, è importante provare a costruire un’immagine mentale. Costruire un’immagine mentale non è tempo perso, anzi è tempo guadagnato.
Esercizio di scrittura 2: Che cosa vedete quando osservate?
Obiettivo: Osservare
Tempo: 10 minuti
Esercizio di scrittura 2: Descrivete questa immagine e il sentimento che evoca in voi.
Mio svolgimento: “Mi sento protetto nel mio nido. Ho fame ma so che mia mamma mi sta dando da mangiare. Apro il mio piccolo becco e accolgo tutto il cibo prelibato scelto con cura. Guardo mia mamma negli occhi e assaporo ogni piccolo bocconcino. È un momento piacevole e caldo. Mio papà sta vicino a me e mi sento sicuro. Quando crescerò voglio diventare come lui, sicuro e forte. Ma quanti pensieri e sogni mentre sto mangiando! Dovrei gustarmi il cibo senza pensare a troppe cose”
Cosa ho imparato con l’esercizio 2?
- Mi sono reso conto, solo dopo aver letto gli svolgimenti e i commenti, che ho visto solo quello che mi aspettavo di vedere. Perchè? Guarda attentamente la foto, non noti qualcosa di strano? Il piccolo del nido è un cuculo, un uccello parassita che si infila nel nido altrui, inganna i genitori adottivi e si fa nutrire da loro. Ma la mia mente non poteva tradire la sua immagine di quadretto familiare perfetto! Annamaria Testa mi ha fatto un brutto scherzetto.
- È difficile non farsi fregare dai propri pregiudizi e schemi mentali
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Il punto di vista determina sempre quello puoi osservare
- Non si può non avere un punto di vista: se non lo scegli sarà il primo che ti capita
- Per capire bene cosa si intende con punto di vista puoi guardare uno degli spot pubblicitari migliori di tutti i tempi (parole di Annamaria Testa) prodotto dal Guardian nel 1986
Osservate bene. Fate in modo di vedere quel che c’è, non quello che vi aspettate di vedere. Notate i dettagli. Notate le incongruenze. Siate consapevoli del punto di vista che avete scelto
Annamaria Testa – Minuti Scritti
Esercizio di scrittura 3: Che cosa vedete quando osservate?
Obiettivo: Guardare oltre
Tempo: 15 minuti
Esercizio di scrittura 3: What if?: che cosa succederebbe se i denti degli esseri umani cadessero ogni autunno e riscrescessero ogni primavera? Elencate tutte le conseguenze che vi vengono in mente.
Mio svolgimento:
- Il dolore ai denti è una delle cose più fastidiose che esista. Se i denti cadessero ogni autunno e poi ricrescessero ogni primavera la vita dell’uomo diventerebbe molto più difficile.
- l mondo si dovrebbe organizzare in modo completamente diverso. Nel periodo autunno-inverno i cibi dovrebbero essere completamente diversi rispetto alla primavera-estate. Niente cibi duri e croccanti. Ci sarebbero grossi cambiamenti nel sistema dell’agricoltura mondiale.
- Ci sarebbero tantissimi denti in giro per il mondo. 6.5 miliardi di persone moltiplicati per 32. 208 miliardi di denti che ogni anno cadono. Potrebbe essere riciclato tutto questo materiale.
- In inverno la voce ed i suoni emessi cambierebbero completamente. In autunno tutti soffrirebbero per la caduta dei denti. Ci potrebbero essere persone che tenterebbero di ingannare le stagioni spostandosi da un fuso all’altro per tentare di ingannare le stagioni ed evitare la caduta dei denti.
- La stagione più bella dell’anno sarebbe l’estate. In questo periodo ci sarebbero più scambi sociali e tutti si divertirebbero di più. Durante l’inverno le persone si dedicherebbero più a stare da soli o fare lavori in solitudine. In inverno ci sarebbero più suicidi ed episodi di forti depressioni.
- La vita si concentrerebbe in estate. In primavera tante persone avrebbero dei fastidi per i denti che spuntano e quindi tutti sarebbero più nervosi.
- Si svilupperà un enorme mercato di dentiere e apparecchi da utilizzare durante l’inverno. L’industria che produce apparecchi per denti diventerebbe la più importante al mondo.
Cosa ho imparato con l’esercizio 3?
- Un esercizio di What if aiuta a stimolare la fantasia e a sbloccarsi quando non si sa cosa scrivere
- Questo esercizio mi ha aiutato a capire meglio il mio modo di ragionare
Esercizio di scrittura 4: E se io non fossi io?
Obiettivo: Cambiare sguardo
Tempo: 15 minuti
Esercizio di scrittura 4: Dovunque siate adesso, descrivete in breve quel che vedete, ma fatelo come se non foste voi. Fatelo prima come se foste un bambino di cinque anni, poi come se foste un monaco medioevale, catapultato qui dai dintorni del trediciesimo secolo. Dunque guardatevi attorno: che cosa notate mettendovi nei panni del bambino o del monaco? Che cosa capite o non capite? E come vi sentite? Aggiungete un titolo ai testi che scrivete.
Mio svolgimento:
Le nuvole (bambino di 5 anni)
Le nuvole sono bianche e grigie. Si muovono molto lente. Una nuvola ha la forma di un coniglio.
Le nuvole cambiano forma e si trasformano. Il coniglio ora è diventato un cavallo che corre dietro ad un cane con le gambe grosse. Il cielo dietro alle nuvole è azzurro con qualche striscia bianca. Mi piace fare questo gioco di indovinare le forme delle nuvole. Lo faccio sempre quando mi annoio e non so cosa fare.
Ora però mi sto annoiando e non vedo l’ora di tornare a giocare con la palla.
Le scatole che si muovono (monaco)
Ci sono delle strane scatole di metallo che si muovono attraverso delle ruote nere che girano. Sembrano delle carrozze ma non sono trascinate dai cavalli. Ogni tanto ne passa una e sembra che ci siano dentro delle persone. Sono trasparenti davanti e dietro. Hanno degli occhi davanti e dietro. Sono colorate. Bianche, nere, rosse, grigie.
Queste scatole di metallo si spostano su delle strade di un colore molto strano grigio-scuro. Non sono strade normali. Sono molto lisce, prive di imperfezioni.
Il rumore della natura entra in contrasto con queste ruote che girano. Le cicale cantano ma ogni tanto sono disturbate da queste ruote che girano sulle strade scure e lisce.
Si intravedono case che hanno degli strani oggetti rotondi sul tetto. Sembrano di metallo. Hanno anche altri oggetti di metallo appuntiti sempre nei tetti. Sembrano delle lance.
Lungo la strada ci sono degli strani oggetti: dei pali con un grosso cappello ricurvo verso la strada. Non ho proprio idea a cosa possano servire.
L’unica cosa che mi consola è il fatto che i terreni, le colline, il rumore del vento ed il colore del cielo siano sempre gli stessi che io conosco. Peccato che in mezzo a tutta questa natura ci siano quelle scatole colorate che si muovono veloci dirette chissà dove.
Cosa ho imparato con l’esercizio 4?
- La percezione della realtà che abbiamo è tutta nostra. Se siamo arrabiati tutto sembrerà peggiore, se siamo contenti tutto sembrerà piacevole. Se stiamo andando a buttare la spazzatura e si mette a piovere non siamo per niente contenti. Se stiamo tornando a casa dopo aver passato con il massimo dei voti un esame all’università ci potremmo mettere a ballare sotto la pioggia.
- Non è facile immedesimarsi in qualcun altro molto diverso da noi.
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Quando vi capita di descrivere un luogo o una situazione vi conviene decidere se il vostro sguardo si muove veloce e cattura dettagli, o se fissa (attonito, incusriosito, sbalordito, terrorizzato…) sulla scena o nel suo insieme. Insomma, fate come se foste il regista che decide se la macchina da presa si apre su un campo largo e dopo, magari, fa una lenta carrellata in avanti o di lato o anche uno zoom su un dettaglio, oppure se cattura particolari da assemblare, poi, in un montaggio rapido
- Per descrivere una scena come potrebbe vederla un soggetto molto diverso da voi dovete proprio diventare (e non sto scherzando) quel soggetto. E dunque: se volete guardarvi attorno come un bambino, dovete diventare piccoli e dimenticarvi tutto quello che avete imparato dopo essere usciti dall’asilo, e procurarvi una vocetta sottile e squillante.
Esercizio di scrittura 5: Tre parole per una storia (in due parti)
Prima parte
Obiettivo: Combinare
Tempo: 5 minuti
Esercizio di scrittura 5: Formate una breve frase che dica qualcosa di sensato e contenga queste tre parole: cavatappi, mucca, poliziotto.
Mio svolgimento: Il poliziotto trovò nel luogo del delitto una mucca strangolata e un cavatappi buttato lì vicino.
Seconda parte
Obiettivo: Combinare
Tempo: 5 minuti
Esercizio di scrittura 5: Formate una breve frase che abbia senso, che sia interessante o divertente e che contenga queste tre parole: vite, mina, sale.
Mio svolgimento: Vidi Il signor Mina mettere del sale sulla vite. Che cosa aveva in testa? Cosa voleva combinare?
Cosa ho imparato con l’esercizio 5?
- Quando sono a corto di idee, posso scegliere delle parole a caso e provare a trovare un collegamento costruendo una frase
- Annamaria Testa riesce a sorprendermi in ogni esercizio. Non avevo proprio fatto caso al fatto che i termini della seconda parte fossero tutti omofoni e omografi cioè parole con lo stesso suono e la stessa grafia, significano più cose. Mina può essere un ordigno che esplode oppure una mina di una matita. Va beh, anche questa volta mi ha fregato.
La parola singola (gettata lì a caso, con la sua forza evocativa di immagini, ricordi, fantasie, personaggi, avvenimenti del passato…) agisce solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe ad uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significato. Una storia può nascare solo da un binomio fantastico.
Gianni Rodari – Grammatica della fantasia
Esercizio di scrittura 6: Una storia da un’immagine
Obiettivo: Estrarre
Tempo: 20 minuti
Esercizio di scrittura 6: Ossservate le quattro immagini che si trovano qui sotto e sceglietene una. Che storia vi racconta? Scrivetela
Mio svolgimento: Immagine B
“Oggi mi sento un po’ giù. Ho quella sensazione strana da descrivere. In questo periodo mi capita spesso. Mi sveglio bene piena di sogni ed energie e poi cambio umore improvvisamente.
Mi piace passeggiare ed osservare le persone. Le osservo e immagino cosa fanno nella vita, le loro preoccupazioni, le loro paure.
Oggi mi sembrano tutti felici.
Mi piace immaginare che questo ragazzo si chiami Andrea. Andrea è molto innamorato di Beatrice, mi piace chiamarla così. Lui farebbe di tutto per non perderla ma lei non è così convinta. Lui la cerca, la abbraccia e lei sembra quasi respingerlo con le mani. Sembra quasi sfuggirgli. Andrea non le dice nulla ma sa che lei potrebbe fuggire via. Se li guardo senza fare attenzione ai particolari sembrano felici e innamorati ma c’è qualcosa che non va. Nella sua borsa Beatrice nasconde un segreto. Ha già comprato un biglietto per Londra. Non ha proprio avuto il coraggio di dirlo ad Andrea. Appena laureata si trasferirà a Londra. Lui sospetta qualcosa ma non osa affrontare il discorso, non vuole chiedere: “cosa c’è che non va?”.
Ecco mi è successo di nuovo. Mi sono messa a sognare ad occhi aperti. Poi all’improvviso scompare tutto. Stringo forte le chiavi di casa con la mia mano destra. Questo gesto mi ricorda la mia casa, la mia stanza e tutta la mia tristezza.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 6?
- Creare una storia è qualcosa di difficile. Dopo averla scritta ti sembra di avere scalato l’Everest.
- Scrivere ed inventare una storia ti fa stare meglio (per un po’)
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Scrivere somiglia al costruire un ponte che porta chissà dove e a farlo mentre ci si cammina sopra sperando di non inciampare e cascar giù in un abisso di incongruenze. O, se preferite un’immagine meno pericolosa, scrivere somiglia al procedere su una passatoia mentre la si srotola, calciando il rotolo in avanti a ogni passo.
- Le intuizioni creative si accendono nel cervello non quando è sovrastimolato, ma quando è in stato di bassa eccitazione. L’elaborazione dei dati avviene in modo anche, e spesso del tutto, incoscio, mentre il titolare del cervello medesimo è occupato in qualche compito poco impegnativo e lascia vagare la mente, o magari mentre dorme.
- Il lavoro creativo è frustrante e chiede tenacia. Ci vogliono 1% di ispirazione e il 99% di sudore secondo Edison.
Prima di passare al prossimo esercizio scegliete un numero da 1 a 10 e scrivetelo da qualche parte.
Esercizio di scrittura 7: Ogni faccia, un profilo (in due parti)
Obiettivo: Tracciare
Tempo: 15 +15 minuti
Esercizio di scrittura 7 (parte 1): Qui vedete dieci foto numerate. Quella che vi serve ora corrisponde al numero che avete già scelto e che vi siete segnati. Guardatela bene: rappresenta il personaggio che adesso vi sto chiedendo di descrivere. Dategli un nome, un’età, una provenienza, un carattere, un passato, un modo di parlare e di comportarsi. Scrivete in terza persona e, per favore, non cambiate personaggio.
Mio svolgimento: (3)
“Il suo nome è Roberto. Ha 32 anni, vive a Milano e fa lo scultore. È nato a Monopoli e da piccolo voleva fare il calciatore. Poi tutto è cambiato alle scuole elementari con la scoperta del disegno. La sua insegnante di artistica portava a scuola dei dipinti di arte moderna e chiedeva a Roberto e ai suoi compagni di osservarli e poi creare qualcosa che si ispirasse a quelle opere. È partito tutto da lì. Oggi Roberto espone nella galleria Natta a Milano e alla galleria Davies a NY ed è uno degli scultori italiani più conosciuti.
Roberto ha un carattere molto estroverso, ha sempre la battuta pronta, ride e scherza quando è in compagnia. Appena si ritira nel suo studio si trasforma completamente, diventa silenzioso, poco socievole e tuto focalizzato sulla sua arte.”
Esercizio di scrittura 7 (parte 2): Qui sotto ci sono dieci foto. Vi chiedo di produrre sempre in quindici minuti una nuova descrizione di un nuovo personaggio. Scegliete la foto che riporta le iniziali del proprio nome.
Mio svolgimento: (R, S)
“Il suo nome è Giuseppe ma tutti lo chiamano Peppino <ò sindacalista>. Vive ad ischia, ha 75 anni e fa il pescatore. È stato soprannominato <ò sindacalista> da piccolo perché quando c’era qualcuno più grande che se la prendeva con qualcuno più piccolo, Peppino tentava sempre di proteggerlo. Una volta un suo amico tirò il pallone nel vetro della scuola e lo ruppe. Il preside lo voleva sospendere ma <ò sindacalista> riuscì a convincere il preside che il suo amico non lo aveva fatto di proposito e così il suo amico non fu sospeso. Il bar è il suo regno: i suoi racconti sono famosi in tutta l’isola. Chiunque passi da ischia sentirà parlare di Peppino <ò sindacalista>.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 7?
- Mi capita che una persona mi sia simpatica o antipatica solo dopo un primo sguardo
- È importante non rimanere intrappolato negli stereotipi
- Le descrizioni più interessanti sono quelle che comprendono dettagli strani e precisi
Dello scrivere mi sembra di aver capito una cosa: si tratta sempre, e a prescindere, di un’operazione creativa. Cioè incerta, faticosa, empirica, volta a mettere qualche ordine nel caos delle possibilità estraendone un nuovo artefatto verbale dotato di un senso condivisibile, magari di piacevolezza e di qualche utilità.
L’altra cosa che mi sembra di aver capito è questa: c’è sempre più di un modo. La scrittura è il classico problema con infinite soluzioni, oguna delle quali è suscettibile di infiniti miglioramenti.
Annamaria Testa – Minuti Scritti.
Esercizio di scrittura 8: Modificare, togliere, aggiungere
Obiettivo: Aggiustare
Tempo: Quanto basta
Esercizio di scrittura 8: Riprendete in mano i testi che avete prodotto per il primo, secondo, il quarto e il settimo esercizio e fate tutto quanto è necessario per migliorarli con l’aiuto della lista di controllo che trovate qui sotto.
Mio svolgimento: (versione rivista e corretta del primo esercizio. Prometto che ho fatto anche gli altri ma non li condivido qui perchè non credo aggiungano moltre altre informazioni. Se qualcuno mi scrive e vuole che li aggiungo, li aggiungerò).
“L’acqua è quella sostanza che non ha né forma e né colore.
Noi umani non possiamo vivere senza acqua.
Per bere acqua serve un oggetto in grado di contenerla e di non farla disperdere nel vuoto. Questo oggetto è il bicchiere: un contenitore di vetro che puoi prendere facilmente in mano e riempirlo con acqua.
Una volta aperta la bocca, verserai lentamente l’acqua appoggiando il bordo del bicchiere sulle tue labbra così sentirai l’acqua scorrere nella trachea e pian piano scomparire dentro di te. Avvertirai una sensazione molto piacevole.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 8?
- La fase della revisione è molto interessante ed è meno faticosa del processo di creazione.
- Ogni volta che rileggo trovo delle cose da migliorare.
- Fatico a definire la fine di questa fase.
- Si tratta di un’attività completamente diversa rispetto a quella di creazione. Molta meticolosità e poca creatività.
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Ok, tesoro, ma tu quanto rileggi e correggi? Bene, ve lo dico. Cambio, correggo e sistemo qualcosina già mentre scrivo. Poi rileggo, correggo, modifico e aggiusto un testo appena complesso almeno cinque-sei volte e posso arrivare a venti. Smetto solo quando non trovo più niente da correggere.
Esercizio di scrittura 9: Appuntamento al buio
Obiettivo: Intrecciare
Tempo: non ci sono limiti
Esercizio di scrittura 9: Ora raccontate il modo in cui si incontrano i due personaggi che avete inventato nell’esercizio 7. Decsrivete la situazione, l’interazione e quel che capita. Scegliete il posto che volete a patto che l’incontro avvenga esattamente alle 15 di domani. Dovete scrivere una breve storia e, per una volta, non avete i minuti contati. Vi suggerisco però di decidere in anticipo quanto tempo investire nella scrittura (per esempio: un paio di sere o un pomeriggio, prima revisione compresa). Scegliete una misura: vi suggerisco una-due cartelle di testo al massimo. Scrivendo, ricordatevi che già disponete di personaggi dotati di caratteristiche definite: modificarle o ignorarle non vale.
Mio svolgimento:
“Faceva un caldo pazzesco e non voleva uscire dal mare blu di Ischia. Il viaggio da Milano era stato lungo e finalmente si stava godendo la brezza di mare ma erano quasi le 15 e avrebbe dovuto incontrare un signore di nome Peppino.
Quell’estate la galleria aveva deciso di aprire una mostra temporanea ad Ischia e Roberto voleva vedere di persona il luogo che avrebbe ospitato le sue sculture.
Eccomi qui con il sale aggrappato alla pelle.
Riesco ad arrivare in tempo per le 15:00 all’indirizzo che mi ero segnato su di un ritaglio di giornale, via Nuova Cartaromana 85. Fuori c’è scritto Villa Lidia. Suono e vedo arrivare un signore che cammina come se stesse dondolando.
Peppino: “Buon giorno signor Roberto, mi chiamo Peppino e sono qui per farvi vedere questa splendida villa. Si chiama Villa Lidia.”
Sembra simpatico questo signor Peppino. Roberto: “Buon giorno signor Peppino. Mi chiamo Roberto e sono proprio curioso di vedere dove verranno sistemate le mie sculture”
Peppino: “Entriamo Sig. Scultore così mi potrà dire che ne pensa.”
Dopo essere entrato si spalanca di fronte a me un panorama mozzafiato. Vista sul blu del mare con lo sfondo del Castello Aragonese di Ischia.
Peppino: “Sig. Roberto, benvenuto in paradiso.”
Con il suo accento campano mi fa proprio tanta simpatia. E poi come cammina. Mi sembra che dondoli. Chissà cosa farà qui ad Ischia. Il custode? Oppure il pescatore? Ora glielo chiedo.
Roberto: “Bellissimo! Un posto da favola. Lei cosa fa sig. Peppino nella vita? Vive qui a Ischia?”
Peppino: “Sig. Roberto io sono nato e vissuto sempre ad Ischia. Qui mi chiamano tutti “O-sindacalista” per una vecchia storia. Fin da piccolino ho fatto il pescatore. Conosco ogni angolo più bello di Ischia.”
Qualche volta penso che avrei potuto fare una vita completamente diversa. Magari mi sarei potuto trasferire a Ischia per imparare a fare il pescatore. Avrei conosciuto il sig. Peppino “O-sindacalista”. Avremmo passato il sabato mattina al bar a parlare di mare, delle attrici che vivono nelle ville più belle dell’Isola e dello scirocco o della tramontana. Niente incontri con le mogli annoiate dei collezionisti, niente vernissage o incontri con galleristi insistenti.
Roberto: “Che bello deve essere aver passato tutta la sua vita in questa isola magica!”
Peppino: “Allora sig. Roberto la facciamo questa bella mostra a Villa Lidia?”
Roberto: “Certo! Il posto è perfetto. Chiederò alla galleria di iniziare a lavorare all’installazione.”
Vedo tutto nero.
Apro gli occhi. Vedo lampeggiare la scritta rossa: sono le 20:00. Sono in un letto bianco. Forse sono all’ospedale. Mi sento molto debole. Non so proprio cosa mi sia successo e come posso essere arrivato qui. Giro la testa e vedo Peppino nel letto a fianco a me. Ha un occhio nero, la flebo al braccio e un bernoccolo in testa.
Cosa sarà mai successo?”
Cosa ho imparato con l’esercizio 9?
- Con questo esercizio si entra nel vivo della scrittura.
- Costruire una storia vera e propria è impegnativo. Non è facile.
- Dopo averla riletta alcune volte non è piaciuta altre volte si.
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Se non succede niente, non è una storia
- Evocare è più difficile che spiegare
- In una storia che sia una storia ci dovrebbero essere personaggi, una situazione narrata o evocata, azione, un cambiamento piccolo o grande, i dettagli che servono e la tensione emotiva che può nascere da una crisi, un conflitto, un desiderio, un cambiamento. Ci devono essere anche una struttura, una forma.
- È difficilissimo scrivere dei dialoghi naturali. Se ne trovate, potete presumere che siano frutto di massimo artificio
Non ci sono scorciatoie. Pensare di scrivere senza aver letto è come pensare di suonare senza aver mai scoltato musica, di dipingere senza aver mai visto un quadro.
Annamaria Testa – Minuti Scritti
Esercizio di scrittura 10: Storie nei contenitori (in due parti)
Prima parte
Obiettivo: Trovare un ritmo
Tempo: 5 minuti
Esercizio di scrittura 10: Qui sotto trovate una frase costruita con parole inventate. Traducetela in italiano parola per parola. Potete far dire alla frase qual che volete, a patto di ricalcarne con esattezza la struttura: immaginate che ogni parola corrisponda a uno spazio vuoto in cui potete mettere qualsiasi altra parola che abbia le stesse caratteristiche grammaticali e sintattiche. Mantenete anche la punteggiatura.
Grozzi e almuti, i cravi ostivano il il perdeconte uteno.
Un cravio sgravallò fratimente, tarcando la stissana e dertendola.
I falterni, uttimati, alinarono morfitti e trubbero.
Mio svolgimento:
“Grossi e atletici, i cavalli saltavano il pericolante ostacolo.
Un cavallo saltò agilmente, portando la bandana e agitandola.
I somarelli, ultimi, arrivarono sconfitti e caddero.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 10?
- Non sono riuscito a rispettare il tempo assegnato
- È un esercizio divertente che aiuta a capire quanto è importante il ritmo
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Chiunque vi legga percepisce, invece, se il vostro testo suona bene o suona male e stona.
- È un po’ come mettere parole su una melodia che vi si forma nella mente man mano che scrivete.
Seconda parte
Obiettivo: Trovare un ritmo
Tempo: 15 minuti
Esercizio di scrittura 10: Riscrivete l’incipit di Piccole Donne che potete leggere qui sotto, cambiando situazione e protagonisti. Questa volta non è necessario che lo facciate parola per parola come nell’esercizio precedente. Cercate, piuttosto, di cogliere e di replicare il ritmo vivace che c’è nel dialogo, i cambiamento di tono, la dinamica che unisce i personaggi. Insomma: non ricalcate ma imitate in modo fedele, e divertitevi.
“Natale non è Natale senza regali”, si lamentò Jo, sdraita sulla coperta.
“È così piacevole spiacevole essere poveri!” sospirò Meg, abbassando lo sguardo sul suo vecchio vestito.
“Non è giusto che alcune bambine possano avere tutto ciò che desiderano e latre non abbiamo niente”, aggiunse la piccola Amy, tirando su con il naso con aria offesa.
“Ma abbiamo il papà e la mamma, e la compagnia una dell’altra”, disse Beth compiaciuta dal suo angolo.
A queste parole la luce del caminetto sembrò come ravvivare i quattro giovani visi, che però si rabbuiarono subito quando Jo disse tristemente: “Mio papà non c’è, e non lo vedremo ancora per molto”. Non disse “forse mai, ma ciascuna di loro aggiunse in silenzio queste parole, pensando al padre lontano, sul campo di battaglia.
Mio svolgimento:
“L’estate non è estate senza mare”, disse Anna, sdraiata sul lettino.
“È così semplice dirlo per te” sospirò Melanie abbassando lo sguardo sul suo libro sgualcito.
“Non tutti possono permettersi di andare al mare quest’anno”, aggiunse Sara con gli occhi puntati verso Anna.
“Delle volte è sufficiente fare una gita per sentirsi al mare” disse Bettie molto sicura di sè.
A queste parole il sole fece capolino e illuminò i visi delle quattro sorelle, che si incupirono quando Paola disse: “Per me non è più estate da quando lui non c’è più”. Non disse “nostro fratello” ma ciascuna di loro pensò proprio a lui.
Cosa ho imparato con l’esercizio 10?
- Devo rileggere ad alta voce quello che ho scritto. Solo così posso verificare il ritmo della storia.
- Quando leggo un libro che mi piace cercherò di individuare le parti che mi prendono di più per catturare i segreti di quel ritmo.
Esercizio di scrittura 11: Tra fine e principi
Obiettivo: Sviluppare
Tempo: 20 minuti
Esercizio di scrittura 11: scrivete una storia breve (qualche centinaio di battute) che cominci con la parola “fine” e finisca con la parola “principi”.
Mio svolgimento: Fine. Sembrava proprio la fine di tutto ed invece era solo l’inizio. Sono caduto, mi sono fatto male ma ho trovato la forza di rialzarmi e credere nei miei principi.
Cosa ho imparato con l’esercizio 11?
- Anche questa volta Annamaria Testa ci ha giocato un bello scherzo. Il bello è che mentre ho fatto l’esercizio non ho riflettuto su come questo esercizio era stato creato ad arte per mettere in difficoltà il mio povero cervello. Ho percepito solo un pò di fastidio.
- Questo esercizio costringe a passare dalla fase creativa alla fase più analitica. Da una lato va creata una storia breve, dall’altro deve iniziare con una parola e finire con un’altra. Come se non bastasse, bisogna inziare con “fine” e finire con “principi” che ricorda l’inizio.
- Mi sono riletto il post di Annamaria Testa su nuovoeutile che spiega proprio questo esercizio.
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Se state cercando un’idea che non avete ancora vi conviene non agitarvi e mettervi in una condizione di attenzione diffusa, a un basso livello di vigilanza e scegliere un posto tranquillo, in modo da non essere sovrastati da stimoli esterni. Vuole dire che state rilassati senza focalizzarvi su niente di specifico e lasciate vagare la mente cercando solo di non addormentarvi.
- Se invece dovete svolgere un compito specifico e, per esempio, state correggendo un testo, vi conviene focalizzarvi su quello e ancor più precisamente sull’esatto tipo di correzione che state attuando in quel momento (state cercando i refusi o rivedendo la punteggiatura?). Dovete anche mantenere uno stato di vigilanza medio-alto, ma non troppo alto perché un eccesso di ansia e di tensione può rendervi inefficienti.
- Ricordate che potete modulare la vostra capacità di rendere voi stessi attenti, sia agendo sul cursore dell’intensità, sia allargando o stringendo il diaframma della focalizzazione.
Esercizio di scrittura 12: Ogni indizio indica una via?
Obiettivo: Strutturare
Tempo: 30 minuti
Esercizio di scrittura 12: Qui sotto trovate l’inizio (incipit) e la frase conclusiva (explicit) del breve racconto di un noto autore italiano. Scrivete quel che c’è in mezzo: una cartella di testo al massimo e non più.
Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa,
Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo
che con una cassa sulle spalle…
…
E l‘ombra della notte scendeva.
Mio svolgimento (Dino Buzzati mi scuserà):
“Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernest Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle stava percorrendo il sentiero che portava all’ingresso della sua villa.
Ernest si fermò a fissare l’uomo che non si accorse di nulla mentre proseguiva tranquillo con la sua cassa sulle spalle. Arrivato al pozzo, non molto distante dalla villa, l’uomo lasciò cadere la cassa dalle spalle, fece un sospiro di sollievo e tornò indietro da ove era venuto.
Ernest non sapeva cosa fare. Ardeva di desiderio di capire cosa ci fosse in quella cassa. Aspettò che l’uomo fosse scomparso all’orizzonte e poi si precipitò verso il pozzo.
Aprì la cassa e trovò una serie di mappe e carte incomprensibili. Cosa potevano essere? Perché quell’uomo aveva lasciato la cassa proprio lì?
Mentre tutti questi pensieri attanagliavano la testa di Ernest uscì dalla cassa un fantasma che si mise a ridere in faccia ad Ernest.
Disse: “E tu saresti il famoso Ernest Kazirra?”
Ernest rispose battendo i denti per la paura: “Si certo sono io. E tu chi sei? Cosa cerchi qui?”
“Io sono il fantasma della villa e sono venuto a darti il benvenuto mio caro Ernest. Ti do un compito. Mettiti a studiare queste carte, sono sicuro che troverai il senso. Ti do solo un indizio. Parti sempre dalla fine. La fine sarà il tuo inizio”
Mentre Ernest ascoltava attento queste parole cadde in un sonno profondo.
E l’ombra della notte scendeva.”
Cosa ho imparato con l’esercizio 12?
- Non sono riuscito a rispettare il tempo di 30 min
- È stato l’esercizio più difficile.
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Ricordatevi che quello che non dite è importante tanto quel che dite. Siate precisi ed evitate di telecomandare il lettore. Piuttosto corteggiatelo con indizi interessanti e lasciate che collabori aggiungendo quel che manca e che gli fate intuire.
Esercizio di scrittura 13: Storie per strada
Tempo: 15 minuti + una passeggiata
Esercizio di scrittura 13: Uscite per strada e guardate la targa di una qualsiasi macchina parcheggiata. Prendete nota delle prime due lettere e dei primi numeri (variante ammessa: gli ultimi due numeri e le ultime due lettere) e del colore dell’auto. I numeri corrispondono a un’età, da 00 (neonato) a 99 anni. Il colore vi indica il sesso (scuro=M, chiaro o brillante =F). Le lettere vi danno le iniziali di un nome e, soprattutto, le iniziali di un motto, una caratteristica o un fatto saliente. A partire da questi elementi delineate un personaggio la cui storia di vita sia riassunta in quel motto, o ruoti attorno a quella caratteristica o quel fatto.
Mio svolgimento: GR 75
Gatto Rosso 75
Luigi ha 75 anni, i capelli rossi e il fisico asciutto. Lo chiamano tutti Gatto Rosso. Rosso per i suoi capelli e Gatto perché ha sette vite. Ora la sua vita si svolge in una barca. Ogni tanto si sposta con la sua barca e affronta nuove avventure. L’ultima volta che ha rischiato la vita è stato a Lisbona quando si è trovato al centro di una sparatoria tra malviventi e polizia. Luigi stava facendo una passeggiata al porto, era appena sceso dalla sua barca quando ha sentito un colpo di pistola, non ha fatto in tempo a girarsi che un proiettile lo ha trafitto. Si è svegliato 5 giorni dopo pieno di tubicini. Pieno di dolori, non poteva muoversi ma era salvo. La pallottola si era fermata a solo pochi centimetri dai polmoni. Anche questa volta Gatto Rosso l’aveva scampata.
Cosa ho imparato dopo l’esercizio 13?
- Questo esercizio è stato divertente
- Ho trovato il post di Annamaria Testa dove parla di questo esercizio di scrittura creativa
Alcuni consigli di Annamaria Testa
- Chi svolge compiti creativi è addirittura più sensibile alla reputazione e alla gratificazione che si procura attraverso attraverso il suo lavoro che ai vantaggi economici che ne potrebbero derivare.
- È importante semplificare. Se possibile usare il presente storico. Meglio il passato prossimo del passato remoto.
- Variare il ritmo significa alternare frasi lunghe a frasi brevi
Rilfessioni a caldo dopo aver completato i 13 esercizi di scrittura
- È stato divertente ma anche faticoso.
- Che fatica!
- Mentre io sono qui a fare gli esercizi di scrittura con l’autorizzazione di Stephen King, in tanti stanno facendo un bagno al mare
- Sono stato comunque contento di essere arrivato alla fine senza barare
- I 13 esercizi di scrittura mi hanno aiutato a riflettere sui miei schemi mentali e su come funziona la creatività
Conclusioni
- La scrittura è un processo creativo complesso, impegnativo e faticoso
- Le intuizioni creative si accendono nel cervello non quando è sovrastimolato, ma quando è in stato di bassa eccitazione. L’elaborazione dei dati avviene in modo anche, e spesso del tutto, incoscio, mentre il titolare del cervello medesimo è occupato in qualche compito poco impegnativo e lascia vagare la mente, o magari mentre dorme.
- Scrivere è una continua ricerca di equilibrio tra interno e esterno, tra logica e analogia e tra velocità e lentezza. Annamaria Testa scrive:
- Ci sono momenti in cui conviene cercare e ordinare i fatti, dati, materiali (pensiero logico, attenzione rivolta all’esterno) con la necessaria focalizzazione e l’indispensabile lentezza
- Ci sono momenti in cui (pensiero analogico) bisogna allentare l’attenzione sganciandola dagli stimoli esterni e allargando l’orizzonte, permettendo che il flusso del pensiero acceleri e fantasticando in cerca di legami deboli, fino alle estreme periferie.
- Il consiglio del buon Stephen King è sempre il più importante: leggere tanto e scrivere tanto.
Se dovessi segnalarvi una sola cosa vi direi che si tratta dell’appello a leggere tanto.
Annamaria Testa – Minuti Scritti
Puoi seguirmi qui
Chi è Annamaria Testa
Annamaria Testa si occupa di comunicazione e di creatività. Alla professione di consulente per le imprese affianca una intensa attività di scrittura come blogger e saggista e oltre vent’anni di docenza universitaria. Inizia a lavorare nel 1974 come copywriter mentre ancora frequenta l’Università Statale. Fonda la sua prima agenzia di pubblicità nel 1983. Collabora con diverse testate e con Rai e si occupa di comunicazione politica. È giornalista pubblicista dal 1988.
Nel 2008 apre il sito non profit Nuovo e utile, sul quale ad oggi ha pubblicato oltre 700 articoli dedicati a creatività, comunicazione e dintorni. Dal 2012 scrive ogni settimana per internazionale.it. È docente a contratto presso l’Università La Sapienza di Roma (1994-95) , l’Università degli Studi di Torino e l’Università degli Studi di Milano (2001-02), l’Università IULM (1998-2006), l’Università Bocconi di Milano (2007-2016). È autrice di un libro di racconti, Leggere e amare (Feltrinelli), e di diversi saggi su creatività e comunicazione: La parola immaginata (Il Saggiatore), Farsi capire (Rizzoli), La pubblicità (Il Mulino), Le vie del senso (Carocci), La creatività a più voci (Laterza), La trama lucente (Rizzoli), Minuti scritti (Rizzoli), Il coltellino svizzero (Garzanti).
Libri e link citati in Minuti Scritti di Annamaria Testa
- Punti di riferimento per chi vuole srivere
- Regole della lingua italiana
- Piuttosto che. Le cose da non dire, gli errori da non fare – Valeria della Valle e Giuseppe Patota
- Italiano. Corso di sopravvivenza – Massimo Birattari
- È più facile scrivere bene che scrivere male – Massimo Birattari
- Farsi capire – Annamaria Testa
- Prontuario di punteggiatura – Bice Mortara Garavelli
- Val più la pratica. Piccola grammatica immorale della lingua italiana – Andrea De Benedetti
- Scrittura creativa (meglio privillegiare i manuali prodotti da scrittori)
- Gli attrezzi del narratore – Alessandro Perissinotto
- Linguaggio e meccanismi per comprendere
- Creatività
- Scienza e metodo – Henri Poincaré
- Grammatica della fantasia – Gianni Rodari
- Blink – Malcolm Gladwell (pensiero intuitivo)
- Aga magéra difúra – Paolo Albani e Berlinghiero Buonarroti (il dizionario delle lingue immginarie)
- Lezione di creatività di Annamaria Testa
- Bias congnitivi
- Link interessanti
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!