Stefano Quintarelli. Quale sarà il futuro di Internet?
Immagina tra 10 anni come internet cambierà il mondo.
Tutte le attvità commerciali saranno chiuse. Amazon controllerà tutte le merci del mondo. La consegna avverà in qualche ora tramite droni. Sarà l’unico operatore sanitario del mondo occidentale. Non esisterà più sanità pubblica in Europa.
Facebook e Google controlleranno tutte le pubblicità del mondo e gestiranno tutte le comunicazioni tra persone tramite realtà virtuale e aumentata. Ci saranno tre monete, quella Facebook, quella Google e quella Apple. Tutte le banche scompariranno.
Senza che ce ne accorgessimo, c’è stata una svolta paradigmatica epocale, resa possibile dalla tecnologia.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
Un futuro un pò troppo catastrofico? Stefano Quintarelli, uno dei pionieri di internet in Italia, fa un’analisi impietosa del “luccicante” mondo di internet nel libro Capitalismo immateriale.
Torniamo indietro dal futuro al mondo di oggi.
Tutti corrono a comprarsi l’ultimo iphone, spendendo un cifra vicino ai mille euro. Tutto il mondo usa whatsapp, istagram, google, facebook, amazon: non ne possiamo più fare a meno. Si tratta di una serie di servizi tutti apparentemente gratuiti nati come una sperimentazione tecnologica con l’obiettivo di condividere e di mantenersi in contatto.
In realtà lo spirito di condivisione iniziale si è trasformato, con il tempo, in una fame pazzesca di utili e dividendi per gli azionisti. I servizi sono offerti gratuitamente ma le merci preziose che sono scambiate, dietro le quinte, sono i dati degli utenti. Le grandi aziende di internet hanno creato un catalogo di tutte le persone del mondo.
Le persone incosapevoli hanno regalato la propria vita, i propri interessi in nome di servizi gratis. Amazon e Apple vendono alcune cose materiali e altre immateriali. Amazon ci porta a casa tutti i prodotti del mondo ad un prezzo più basso del piccolo negozio sotto casa, ci porta a casa film, musica e tanti altri contenuti.
Amazon è divenuto il nostro negozio di fiducia dove poter comprare di tutto.
Facebook e Google, solo per citare i più grandi, regalano servizi immateriali. Tutti i loro servizi sono gratis perchè guadagnano sui nostri dati costruendo la “brochure” delle nostre vite, cosa ci piace, cosa leggiamo, quali sono i nostri sport preferiti e a che ora andiamo a dormire. Queste “brochure” sono poi esposte in un catalogo e l’azienda che offre di più può accedere alla nostra vita.
Il libro di Stefano Quintarelli ci aiuta a riflettere su cosa è possibile fare per frenare questa corsa all’impoverimento di tanti per l’arricchimento spropositato di pochi.
Quali sono le leggi del mondo immateriale?
Indice
1. Le leggi del capitalismo immateriale
La logica che governa internet è regolata dalle leggi del mondo immateriale. Queste leggi sono molto diverse da quelle del mondo materiale. Lo spartiacque tra dimensione materiale e immateriale può considerarsi l’anno 2001, anno in cui è stato presentato l’ipod e in cui si è diffusa la tecnologia ADSL con il concetto del “sempre connessi” (always on) .
Nella tabella qui sotto, riportata nel libro “Capitalismo Immateriale”, si riassume in modo veramente chiaro quali sono le leggi del mondo immateriale.
- Nella dimensione immateriale produrre costa ma molto meno del mondo materiale. Il costo è quello dello sviluppo software. Zero materie prime, accordi commerciali, fabbriche, smaltimento di rifiuti.
- Nella dimensione immateriale il costo della riproduzione è zero. Una volta scritta una mail o sviluppato un software è possibile condividerlo con una persona o con un milione di persone senza costi aggiuntivi. Nel mondo materiale succede l’opposto: ci sono costi di logistica, energia, materiali.
- Nel mondo immateriale riprodurre, archiviare e trasferire non costano nulla. Il trasferimento è istantaneo.
- Nel mondo immateriale la manipolazione è fatta dai computer mentre in quello materiale dalle persone. Non ci sono turni di lavoro.
- I beni non sono rivali, non sono escludibili e non deperiscono, tante persone possono usufruire dello stesso bene nello stesso momento senza deperimento. I ritorni sono crescenti e tutto è interconnesso.
C’è solo un però. La nostra vita è materiale e la società è basata sulle leggi del mondo materiale. Da qui nascono tutte le frustrazioni e i problemi della nostra epoca.
Nel libro Capitalismo Immateriale è riportata la tabella del Prof. Leonardo Becchetti che illustra bene cosa è successo tra la generazione della dimensione materiale e i figli della dimensione immateriale.
2. Gli intermediari online sono i nuovi monopolisti
Gli intermediari sono Facebook, Google, Amazon, Apple, Twitter. Hanno una conoscenza perfetta di ogni loro utente. Riescono a creare un catalogo per ognuno di noi che poi vendono al migliore offerente.
L’offerta arriva a conoscere la domanda meglio di quanto essa stessa si conosca, anticipandone i comportamenti.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
I padroni dell’on-line sono diventati i nuovi monopolisti per le seguenti ragioni:
- Effetto rete e lock-in: È difficile pensare ad una competizione per Excel. Se tutti usano il formato proprietario Excel per i fogli di calcolo nessun altro software riuscirà mai ad emergere. Stesso motivo per cui non si abbandona whatsapp per altri sistemi di messaggistica, si perde la rete di persone che usano quel sistema. La comunità è un fortissimo sistema di lock-in. Non si passa da iphone ad altro telefono perchè la rubrica, le foto e tutti i dati sono più complicati da migrare.
- Mancanza di regolamentazione: non esiste una regolamentazione che si preoccupi di come gli utenti possono controllare i dati personali e possano spostarsi da un fornitore all’altro. Facebook o twitter sono fornitori chiusi. In futuro la legge potrebbe obbligare questi fornitori all’interoperabilità.
- Conoscenza dettagliata di ogni singolo utente-consumatore: Questa enorme conoscenza di ciscun singolo cliente, della sua identità, potrebbe risultare una barriera all’ingresso di nuovi attori che non dispongono di questa conoscenza.
Una volta che l’intermediario del mondo immateriale è diventato monopolista impone i prezzi finali agli intermediari del mondo materiale e a tutti i fornitori. Si crea quindi maggiore concentrazione di ricchezza (uno o due soggetti per mercato) e maggiore impoverimento globale. Tra il 2011 e il 2016 si è verificato il sorpasso di rilevanza dell’economia immateriale rispetto a quella materiale.
Monopoli si possono costruire a una velocità enormemente maggiore di quanto avveniva tradizionalmente nella dimensione materiale.
La Finanza preferisce il monopolio alla concorrenza.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
3. La risorsa scarsa è l’attenzione dell’utente.
Nel mondo immateriale la risorsa scarsa non è nè il denaro nè le materie prime ma l’attenzione dell’utente.
Tutte le aziende dell’immateriale investono solo su come catturare l’attenzione dell’utente (marketing on-line) piuttosto che su come costruire un prodotto o un servizio migliore.
- Se vuoi approfondire il tema dell’attenzione leggi l’articolo Deep Work – 10 lezioni del Professor Cal Newport
4. I prezzi sganciati dai costi
Nell’immateriale non vale più la legge della domanda e dell’offerta. Una volta fatto l’investimento iniziale per creare il servizio, tutta la domanda può essere soddisfatta con costi incrementali quasi nulli.
Il prezzo viene a sganciarsi dai costi e a dipendere solo dalla disponibilità di pagamento del cliente.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
Il costo di una pubblicità su Google non lo decide l’ufficio marketing di Google ma un’asta tra i possibili clienti.
5. I monopolisti dell’online si comportano in modo etico?
“Molte attività economiche tradizionali sono regolamentate e i comportamenti sono stabiliti da norme definite da istituzioni pubbliche a garanzia del mercato e dell’utenza. Spesso queste norme sono applicate in modo discutibile o la vigilanza è fatta in modo scadente.
Gli Algoritmi dei nuovi servizi si sostituiscono a queste regole in modo generalmente più efficiente, ma meno trasparente, determinato dal management delle società e inappellabile.
I sistemi di classificazione e decisione saranno sempre più realizzati da un’intelligenza artificiale, da reti neurali che apprendono come fa un umano”
L’obiettivo dell’algoritmo non è lo stesso di quello della società. L’algoritmo ha come obiettivo quello di catturare l’attenzione e di massimizzare il tempo di permanenza in un servizio, al fine di massimizzare il numero di pubblicità esposte e quindi il profitto. L’obiettivo dell’algoritmo è il profitto dell’azienda.
L’algoritmo può dire una cosa e tutto il suo contrario pur di compiacere l’utente e rafforzare le sue credenze (“confirmation bias”). L’algoritmo tende fare leva sulla gratificazione istantanea.
Le persone hanno anche una percezione limitata perchè visualizzano contenuti selezionati dall’algoritmo (filter bubbles).
6. Il disagio di fronte ai monopolisti dell’immateriale.
Oggi si è diffuso un grande disagio da parte di chi vive di più nel mondo materiale. Il piccolo negozio sotto casa, la libreria, l’artigiano e tanti altri vivono questa situazione con grande agoscia. I mezzi di informazione parlano di “crisi”. Tutti aspettano che passi la crisi. La verità è che il mondo è stato stravolto e a favore di pochi. Non è banale leggere il momento attuale e non c’è nemmeno una soluzione semplice.
Chi crea un bene materiale o possiede un bene materiale è forzato a rispettare le condizioni imposte dai monopolisti dell’online che si prendono tutto il suo margine del 25-30%. Apple lo fa con i contenuti dell’Apple store, Airbnb lo fa con i proprietari degli immobili e Amazon con i venditori.
Le regole della vita della maggior parte delle persone sono dettate dai grandi colossi dell’online: riduzione del salario e della stabilità per chi non beneficia dei proventi della proprietà intellettuale associata alle componenti immateriali, il lavoro continuo e martellante, le minori garanzie.
Un sistema competitivo, con molti gestori che devono interoperare, è più lento ai cambiamenti, in quanto necessita dell’accordo della maggioranza dei soggetti coinvolti, operazione che richiede molto tempo. Per certi versi è un discorso analogo al rapporto tra monarchia e democrazia. Con la monarchia va tutto bene, fintanto che il monarca si comporta bene. La democrazia costa di più, può essere più lenta e inefficiente nel prendere decisioni, ma da maggiori garanzie.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
7. Cenni sul futuro
Sistemi di informazione
Gli intermediari tecnologici intercettano il 75% dei ricavi pubblicitari digitali. Il sistema dell’informazione è sotto pressione. I giornali si dovranno reggere sempre più su fonti alternative, sia alla vendita sia alla pubblicità. “Si ridurranno sempre di pìu i giornalisti nelle redazioni. Ma potranno svilupparsi ruoli giornalistici all’interno delle aziende, che dovranno produrre contenuti a marchio dell’impresa rivolti direttamente al pubblico.”
Libri
“Ancora si preferisce leggere i libri su carta. Questa preferenza tenderà a ridursi per i nativi digitali e con i dispositivi a luce riflessa. Gli editori nazionali si ridurranno perchè sostituiti dalle piattaforme, che si procureranno sempre più direttamente i libri dagli autori.”
Lavoro
Si creeranno sempre di più i poli cognitivi. Le aziende si insedieranno dove saranno disponibili i talenti. Si stanno creando nel mondo tante Silicon Valley i vari luoghi del mondo. Le aziende diventeranno sempre più immateriali ma il contatto umano rimarrà sempre molto importante. Aumenterà il lavoro svolto dalle macchine per lo sviluppo di due tecnologie: robotica e intelligenza artificiale. “Aumenterà la richiesta di competenze tecnologiche, sociali ed emozionali ma diminuirà la richiesta di competenze puramente manuali e con basso livello cognitivo determinando una pressione sui salari di questa tipologia di lavoratori.” Imparare a lavorare con sistemi di intelligenza artificale sarà una nuova abilità molto richiesta.
Auto
“La visione di auto che vanno in giro da sole, senza un conducente responsabile, resterà a lungo nel dibattito come una promessa tecnologica che sta per avverarsi a breve, ma che probabilmente non arriverà a compimento in questa forma.”
Potere Giudiziario
Ci potrebbero essere sistemi di prevenzione del crimine e sistemi di controllo di massa. “Il futuro dei diritti di tutti, e quello delle indagini, dipenderà da una delicata evoluzione delle possibilità investigative ma senza ricorrere a tecniche di controllo di massa e nel pieno rispetto dei principi costituzionali”
Banche
Le banche saranno fortemente impattate dalla trasformazione digitale. Avranno dei nuovi competitor che si ocuperanno di consulenza finanziaria robotizzata con sistemi di intelligenza artificiale, aziende per il crowfunding e social-lending e aziende completamente nuove che si occuperanno dei pagamenti.
Moneta
La moneta ha tre funzioli principali: unità di conto, riserva di valore e mezzo di pagamento. Serve a misurare il valore dei beni, come strumento di pagamento per trasferire il valore da un soggetto a un altro e a conservare nel tempo un valore. L’immateriale introdurrà nuove regole del gioco. Tutte le criptovalute sono basate su un modello decentralizzato. Il premio Turing Silvio Micali, un crittografo di Palermo che insegna al MIT, ritiene che il sistema alla base del Bitcoin abbia delle criticità enormi. Ci sono molte proposte per migliorare quel sistema. Uno dei progetti più interessanti di cui potremmo sentir parlare in futuro è Stellar. La diffusione delle cryptovalute si avrà maggiormente nei paesi tormentati da guerre e instabilità politica. Nei paesi avanzati ci sono già dei sistemi di pagamento immateriale che funzionano in modo efficiente e a costo bassissimo.
L’Intelligenza Artificiale sarà sempre più presente nelle nostre vite senza che ce ne accorgiamo
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
Conclusioni: Rivoluzione Digitale, cosa fare?
Come si trasformerà internet nel futuro? Più monarchia o più democrazia? Saranno i giganti dell’on-line a diventare sempre più forti e più monopolisti? O Saranno regolamentati e ridimensionati a favore di maggiore competizione? Cosa possiamo fare noi?
Un piccolo riassunto di ciò che possiamo fare da subito per migliorare la nostra vita.
- Informiamoci: Sicuramente dobbiamo essere più informati quando usiamo le piattaforme digitali. Sono un’opportunità ma non dobbiamo regalare i nostri dati senza esserne consapevoli
- Sfruttiamo le piattaforme digitali e non facciamoci sfruttare: se conosciamo le regole del gioco possiamo giocare anche noi la partita digitale nei vari ambiti della nostra vita, lavoro, educazione, finanza, svago.
- Scopriamo cosa sta facendo il papà del www, Tim Berners-Lee. Ha definito insieme alle istituzioni un nuovo contratto per il web basato su un modello distribuito e aperto. Esistono dei modelli aperti. Non esistono solo i modelli chiusi voluti dai giganti dell’on-line.
Per affrontare la Rivoluzione Digitale abbiamo bisogno di un pacchetto complessivo di provvedimenti che si fondino sui principi già raggiunti nel periodo della Rivoluzione Industriale: nuove forme di fiscalità, innovazioni nel welfare, nei diritti dei lavoratori e dei prestatori professionali, controlli pubblici di garanzia per i consumatori e aumento della concorrenza, interoperabilità dei servizi.
Stefano Quintarelli – Capitalismo Immateriale
Chi è Stefano Quintarelli?
Nato in provincia di Verona il 14 giugno 1965, figlio di Francesco Quintarelli ed Emilia Salgari, discendente dello scrittore Emilio Salgari.
Sposato con Alessandra, papà di Chiara ed Irene
Ha iniziato ad occuprasi di Informatica dal 1979 e ha lavorato dal 1985 nel mondo delle telecomunicazioni/internet.
Imprenditore seriale, ha fondato I.NET nel 1994, il primo Internet Service Provider aziendale italiano, quotato in borsa e venduto a BT. In I.NET ha ospitato la prima sede del Milan Internet Exchange (MIX), il primo e principale punto di interscambio di traffico internet in Italia. È presidente del comitato di indirizzo di Agenzia per l’Italia digitale. È stato giudicato una delle 100 persone al mondo più influenti nell’eGovernment. È membro dell’AI High Level Expert Group della Comunità Europea.
È stato fondatore e membro del consiglio di amministrazione di Clusit, associazione di sicurezza italiana, fondatore di AIPSI, associazione italiana di professionisti della sicurezza, cofondatore e presidente di AIIP, associazione italiana ISP, fondatore e presidente del Centro Studi Impara Digitale, un’associazione dedicata a un uso positivo delle tecnologie nelle scuole, presidente del comitato direttivo dell’Agenzia digitale italiana.
È stato da sempre un promotore della neutralità della rete, della condivisione della conoscenza e contrario ai monopoli.
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