Sergio Marchionne, I just want to make a difference


Sergio Marchionne di Tommaso Ebhardt

Il viaggio alla scoperta di sé può essere pieno di mille insidie, ma dovete compierlo in autonomia, senza evitare ostacoli. Cercate da soli la vostra strada, cambiatela tutte le volte che volete, seguite i vostri sogni. Non lasciate che l’educazione, le abitudini, i vostri stessi preconcetti diventino una prigione.

Sergio Marchionne – Lectio magistralis Università di Trento 2 ottobre 2017

Agosto 2004. Sergio Marchionne entra in FIAT. Va nell’ufficio e non c’è nessuno. Chiede: “Ma dove sono tutti?”. Risposta “Sono in ferie”. Replica “In ferie da cosa?”. La FIAT stava perdendo 5 Milioni di euro al giorno.

Questo intervento di Sergio Marchionne all’Università Bocconi mi colpì molto. Ho iniziato ad interessarmi a Sergio Marchionne e non mi sono potuto perdere il libro “Sergio Marchionne” di Tommaso Ebhardt. L’ho letto tempo fa e poi l’ho riletto nell’ultimo mese. È una biografia speciale. Scorre talmente bene che sembra un romanzo.

Non solo il libro di Tommaso Ebhardt. Per scrivere questo articolo mi sono immerso nel mondo di Sergio Marchionne vedendo tanti suoi filmati, le sue lezioni magistralis e le sue interviste. Ogni suo discorso è pieno di aneddoti e consigli di grande valore. A me è sembrato un uomo straordinario. È riuscito a cambiare delle cose considerate impossibili da cambiare. Non so se Steve Jobs sarebbe riuscito a cambiare la Fiat piena di burocrati e dirigenti che badavano solo al proprio status e carriera. Marchionne ha fatto tutto ciò in Italia e Steve Jobs in California. Tutto questo ha avuto un costo altissimo per lui e per la sua famiglia.

Condivido qui i miei appunti e le lezioni che ho imparato. Una precisazione: si tratta dei “miei” appunti, tutto è filtrato dalla mia lente, dalle mie esperienze e dal mio mondo. Spero possano esserti utili.

Partiamo con le 10 lezioni di Sergio Marchionne.

La cravatta non so più farla, sono dieci anni che non me la metto.

Sergio Marchionne – 1 giugno 2018

1. Da Chieti alla conquista del mondo: biografia di Marchionne

Sergio Marchionne è cresciuto negli anni Cinquanta in una tranquilla cittadina italiana, Chieti. Figlio del carabiniere abruzzese Concezio e mamma Maria. Poi sbattuto in Canada a Toronto dove vive lì la sua adolescenza. È un ragazzo introverso e timido, affascinato dal movimento studentesco. Molla il liceo a sedici anni e decide di studiare da privatista mentre fa il cassiere part-time.

Biografia Sergio Marchionne, Foto a Toronto

Studia filosofia e si scontra con il padre. A trentun anni viene assunto come contabile da Deloitte per poi passare dopo qualche anno alla Lawson, azienda di packaging, con il ruolo di controller. Prima dei quaranta anni è già diventato direttore finanziario di Acklands per poi tornare in Lawson come numero due.

In questi anni si sposa con Orlandina e diventa papà per due volte di Alessio e Jonathan. In seguito alla fusione di Lawson con Alusuisse-Lonza, Marchionne trasferisce la sua famiglia in Svizzera. A soli 44 anni viene nominato per la prima volta CEO, amministratore delegato. Poi i primi contatti con gli Agnelli fino alla carica di CEO di Fiat per poi diventare uno dei manager più capaci e riconosciuti al mondo.

Il lavoro di Marchionne alla Fiat si può riassumere in due date e due cifre: primo giugno 2004, 5 miliardi di euro e 21 luglio 2018, 61 miliardi di euro. In 14 anni Sergio Marchionne ha moltiplicato di 12 volte il valore del gruppo.

La cosa che colpisce di più è gli obiettivi che ha raggiunto Sergio Marchionne partendo da zero. Aveva solo una grandissima voglia di emergere, una grande intelligenza, capacità di capire i numeri e costanza.

All’inzio della mia carriera, i CEO, gli amministratori delegati, rappresentavano per me qualcosa di mistico. Credevo che ci fosse qualcosa in queste persone che le rendeva speciali ed ero convinto di non avere quell qualità in me.

Sergio Marchionne

2. Lavoro

Il motivo più importante per lavorare, a scuola e nella vita, è il piacere che si riceve dal lavoro, dai suoi risultati e la conoscenza che questi risultati hanno per la comunità.

Albert Einstein

Sergio Marchionne aveva un’abenagazione totalizzante per il lavoro. Lavorava 14 ore al giorno dal lunedì al venerdi. Viaggiava per il 60% del proprio tempo. Il sabato e la domenica organizzava gli incontri con il suo leadership team. Non predeva più di una settimana di ferie all’anno.

Aveva un’ossessione per il lavoro. Ha sacrificato tutto per il lavoro, la famiglia e la salute. Il lavoro l’ha portato alla morte. Ha lavorato notte e giorno nel suo ultimo anno di vita, quando già sapeva di essere malato. Si è ucciso per centrare gli obiettivi lavorativi. Ha lavorato fino alla sera prima di essere ricoverato per l’intervento che lo ha poi portato alla morte.

Cosa ha fatto negli ultimi 18 mesi di vita? Aveva l’ossesione di portare prima possibile la Fiat a debito zero, ha presentato il piano industriale sei mesi prima della conclusione del precedente, voleva a tutti i costi portare la Ferrari a vincere il mondiale.

Ha senso tutto questo? Ognuno ha la sua risposta. Io non sacrificheri mai la mia vita e la mia famiglia per il lavoro. La vita è solo una.

Ho provato ad immaginare perchè abbia dedicato il suo ultimo anno di vita solo al lavoro. Forse l’ha fatto perchè ha sentito la responsabilità sulle sue spalle di tutti i dipendenti e delle loro famiglie oppure solo perchè il lavoro era l’unica cosa che lo faceva stare bene.

Non lo sapremo mai.

Se vuoi fare davvero bene questo lavoro, ti consuma. Sono stanco, voglio fare qualcos’altro.

Sergio Marchionne – 15 gennaio 2018 – Salone dell’auto di Detroit – citazione riportata nel libro “Sergio Marchionne”

3. Leadership e Talento

Alla fine la storia della Fiat è una storia sul potere della leadership e la mancanza di paura di una classe di leader, plasmata da un impegno alla performance e dall’integrità.

Sergio Marchionne

Sentire parlare di leadership Sergio Marchionne è un piacere. Quello che dice è intriso di vita vissuta e non di chiacchiere. Lui stesso dice che parlare di leadership è complicato, non si può ridurre ad una teoria manageriale, le variabili in gioco sono tante.

Quali sono i tratti di un leader secondo Sergio Marchionne?

  • La leadership nasce dalla mente e dal cuore.
  • Essere un leader significa andare oltre quello che si è già visto.
  • Un leader sa agire con rapidità ma sa anche ascoltare.
  • Un leader è solo. Dopo aver ascoltati tutti ed aver condiviso tutto, il leader deve decidere da solo. Sei solo tu e la cosa da decidere. La prima volta che succede fa paura. In quel momento il peso delle responsabilità ti gravano. È il momento più pauroso nella tua crescita da leader. Poi ci si abitua.
  • Un leader deve saper guidare il cambiamento.
  • Un leader deve sapere guidare le persone. Guidare le persone non significa dare delle direttive. È una delle cose più strane e difficili da spiegare.
  • Un leader deve sapere scegliere i leader giusti e metterli nei posti giusti.
  • Un leader sa andare oltre, seguire strade mai battute e rompere gli schemi.
  • Un leader è affidabile perchè mantiene le promesse. Non fa promesse che non è in grado di mantenere.
  • Non ha paura e non ha pregiudizi.

Non ci sono né appunti, né manuale delle istruzioni. Ogni direttiva è temporanea

Sergio Marchionne

Se ti interessa sapere di più sulla leadership leggi l’articolo “I consigli concreti di Andy Grove – High Output Management”


4. Rompi gli schemi

Bisogna rompere gli schemi. Se siamo prevedibili ci fanno fuori in tre secondi.

Sergio Marchionne

Porta il gioco dove la concorrenza non è. Devi essere capace di guidare il gioco e rompere gli schemi. È l’unico modo per sopravvivere.

Azzarda molto. È importante avere lo stomaco e la capacità per farlo.

È fondamentale sviluppare una capacità di gestire il cambiamento alla velocità della luce. Il coraggio di cambiare veramente le cose.

Non è mai facile inziare tutto da capo. Lasciare le certezze per le incertezze.

Il contatto con un mondo sconosciuto è qualcosa che ti cambia nel profondo. Le strade comode e rassicuranti non aiutano a crescere.

Il cambiamento e la capacità di rompere gli schemi sono stati una costante per Marchionne. Tutta la sua operazione di ricostruzione del gruppo Fiat è un capolavoro di cambiamento. È riuscito a cambiare e ricostruire tutto.

La questione è che l’Europa, e in particolare l’Italia, non è capace di fare come fanno negli Stati Uniti: abbracciare il cambiamento e ringiovanire costantemente le proprie produzioni, processi e abitudini.

Sergio Marchionne

5. Viaggia, Conosci altre culture

Viaggiare è una brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio.

Nulla è vostro, tranne le cose essenziali – l’aria, il sonno, i sogni, il mare, il cielo – tutte le cose tendono verso l’eterno o ciò che possiamo immaginare di esso.

Cesare Pavese

Sergio Marchionne si è trovato a 14 anni a Toronto senza parlare una parola di inglese. Sradicato dalla culla della provincia italiana, è dovuto ripartire da zero. Ha poi cambiato tanti lavori e paesi.

Il viaggio è stato una costante nella sua vita.

Marchionne ha detto in varie occasioni: “L’unico modo di sgretolare il provincialismo è andare fuori. Vivi una realtà completamente diversa fuori dai comfort. Conosci altre culture.”

Viaggiare e Conoscere altre culture è un modo per crescere e per farlo in fretta. Ti costringe a contare solo su stesso e a superare i tuoi limiti e ad imparare a gestire la solitudiine di certi monenti.

Sergio Marchionne

Italia

In tanti hanno criticato Sergio Marchionne in Italia per aver evidenziato le cose che non vanno in Italia. Penso invece che Marchionne abbia sempre detto quello che pensava veramente per amore dell’Italia.

Purtroppo a molti fa comodo che l’Italia non cambi e rimanga così com’è.

Il mondo se ne frega che siamo belli, che siamo bravi a cantare. Dobbiamo smettere di vergognarci di essere italiani. L’unico modo è misurarci li fuori, andiamo a competere nel mondo. L’importanza a livello business viene misurata a livello globale.

Sergio Marchionne

6. La Cultura umanistica aumenta la flessibilità e la velocità del pensiero

Quando ho iniziato l’Università, in Canada, ho scelto filosofia perchè sentivo che, in quel momento, era una cosa importante per me. Poi ho continuato studiando tutt’altro e ho fatto prima il commercialista e poi l’avvocato. E ho seguito tante altre strade, passando per la finanza.

Non so se la filosofia mi abbia reso allora un avvocato migliore o mi renda oggi un amministratore delegato migliore. Ma mi ha aperto gli occhi, ha aperto la mia mente ad altro.

Sergio Marchionne

7. Le due domade di Marchionne che fa in ogni colloquio di lavoro

Nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione.

Friedrich Hegel
  1. Qual è il tuo piú grande successo? il tuo grande sogno?
  2. In cosa sei un disastro?

Una persona deve avere una grande passione ma anche onestà intellettuale.

8. Muoviti alla velocità della luce

Se qualcuno mi avesse chiesto di prevedere l’accordo con Chrysler nel 2007, l’avrei preso per pazzo. Devi avere la volontà e la capacità di muoverti alla velocità della luce quando vedi spuntare un’opportunità che abbia un senso industriale, logico e finanziario. E questo deve avvenire al di là del momento del ciclo in cui ti trovi.

Sergio Marchionne

Al momento giusto, muoviti alla velocità della luce.

9. Niente fronzoli

Non perdere tempo con i fronzoli e con il mondo ingessato delle gerarchie.

Mi piace citare questo colloquio avvenuto tra un dirigente Fiat e Marchionne tratto dal libro “Sergio Marchionne”.

“Sono vicepresidente del controllo della qualità della divisioni motori V6 del segmento sopra i 3.000 cc del settore dei pick-up del marchio RAM” si presenta tronfio un dirigente quando Marchionne chiede d’incontrare la persona responsabile di un determinato progetto nelle propulsioni.

“Sì, sì, va bene, ho capito che ha questa incredibile carica, ma per risolvere il problema devo parlare con lei? Se no si tolga di torno e mi faccia parlare con la persona giusta che non ho tempo da perdere con le cavolate” risponde Marchionne spazientito.

Libro “Sergio Marchionne” di Tommaso Ebhardt

10. Onestà e leadership team

Il potere corrompe. Poi c’è gente pirla come me che lavora dalla mattina alla sera e quindi è impossibile corromperlo. C’è gente che vede nell’azienda metodi per fare carriera e usarla in modo particolare. Noi siamo di un’onesta quasi da boy scout. Gente che è totalmente motivata da obiettivi molto semplici.

Sergio Marchionne

È fondamentale scegliere le persone con cui lavori e scegliere i valori. I leader selezionati devono rappresentare i valori nelle attività lavorative tutti i giorni.

I valori non devono essere qualcosa di formale ma devono essere messi in pratica in ogni occasione. Sergio Marchionne dedica ogni anno un mese e mezzo per la valutazione del leadership team.

È molto importante dedicare tempo e energie alla selezione dei leader.

Sergio Marchionne, i telefoni e whatsapp

Nel libro “Sergio Marchionne” ho scoperto il rapporto “morboso” che aveva Marchionne con smartphone e whatsapp.

Portava con sè almeno cinque telefonini: due Blackberry, due iPhone e un telefono di ermegenza. Nello zainetto una montagna di cavetti, batterie di scorta e prese adatte ai vari Paesi tra cui faceva la spola.

Il modo preferito di comunicare di Marchionne erano i messaggi whatsapp. Riporto quanto scrive Tommaso Ebhardt nel libro “Sergio Marchionne”:

“Se ti rispondeva con <OK>, o semplicemente <K>, oppure <Fine>, o <not Wrong> e replicava al tuo saluto con <U2>, allora potevi andare avanti tranquillamente perché avevi la sua approvazione, mentre con due lettere, <BS>, ovvero bullshit – stronzata -, troncava una strategia che riteneva inutile o dannosa, o spegneva sul nascere speculazioni e invenzioni giornalistiche.

Se facevi parte del club esclusivo dei fortunati che riteneva degni di replica, si aspettava di ricevere in cambio lo stesso trattamento che ti riservava: risposte immediate a quesiti non sempre facili. Uno sgarro qualsiasi e venivi tagliato fuori.”

Un commento sull’autore Tommaso Ebhardt

Tommaso Ebhardt non è solo l’autore della biografia di Marchionne. È molto di più.

Sergio Marchionne lo chiamava con ironia “il mio stalker”.

Tommaso Ebhardt era riuscito a creare un rapporto di fiducia con Sergio Marchionne, un uomo con cui era molto difficile costruire un rapporto umano. In tanti lo consideravano senza cuore.

Per dieci anni Tommaso Ebhardt ha inseguito Marchionne in giro per il mondo, ha scambiato con lui un sacco di messaggi whatsapp, ha cenato e fatto voli in aereo con lui. I due non hanno smesso di darsi del lei fino alla fine, fino all’ultimo messaggio whatsapp scritto da Tommaso quando Marchionne era già ricoverato all’ospedale di Zurigo.

Tommaso Ebhardt e il suo libro Sergio Marchionne
Photo Credit (Francesca Crema)

Tommaso Ebhardt ha rifiutato un’offerta di lavoro di Marchionne. Nel suo libro “Sergio Marchionne” scrive: Dopo due bottiglie di vino bianco abbruzzese, reagisco d’istinto “La ringrazio, ma faccio il giornalista, prima di cambiare mestiere devo vincere il premio Nobel per la letteratura o almeno un Pulitzer”, rispondo egocentricamente ironico. Sergio Incassa, non va oltre.

L’autore era entrato in sintonia con Sergio Marchionne. Perfino la moglie Anna e i figli di Tommaso Ebhardt hanno vissuto indirettamente gli alti e bassi di sergio Marchionne fino alla sua morte.

Il libro è cosi profondo e mai scontato perchè è vero.

Tutti le vicende e gli aneddoti sono il frutto di 10 anni di avventure e vita vissuta.

Marchionne era la mia ossessione

Tommaso Ebhardt

Conclusioni

Abbiate sempre il coraggio di cambiare voi stessi – le vostre idee, il vostro approccio, il vostro punto di vista – perché è l’unico modo per cambiare le cose che non vanno e per migliorare la vostra vita e quella di tanti altri.
E mentre cercate la vostra strada, tenete a mente chi volete diventare.
Pensate a quale impronta volete lasciare, a quale differenza volete fare.
Rimanete ambiziosi nei vostri obiettivi, perché rassegnarsi a una vita mediocre non vale mai la pena.

Sergio Marchionne – Lectio magistralis Università di Trento 2 ottobre 2017

Spero che questi miei appunti ti abbiano fatto immergere nel mondo di Sergio Marchionne almeno per un pò. Il modo migliore per concludere questa chiacchierata è lasciarti con la domanda che Marchionne si faceva alla fine di ogni giorno.

Hai lasciato un mondo migliore di quello che hai trovato alla mattina?

Is the place a better place that the way you found it the morning?

Sergio Marchionne

Chi è Tommaso Ebhardt?

Tommaso Ebhardt

Tommaso Ebhardt (Treviso, 1975) è direttore della redazione di Bloomberg News di Milano. Per la sua testata ha seguito alcune delle più importanti operazioni societarie a livello mondiale. Gioca a rugby in prima linea e suona l’ukulele con i suoi due figli. E’ sposato con Anna, che disegna illustrazioni per l’infanzia. Sergio Marchionne è il suo primo libro.


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